Gay & Bisex
TANTE, MA PROPRIO TANTE CAREZZE A PRIMAVERA.
di RedTales
10.11.2024 |
7.026 |
6
"Mi spogliai piuttosto in fretta, abituato a simili situazioni, rimanendo nudo davanti a lui che, forse per sottolineare la mia sottomissione, si accomodò..."
Questa fugace avventura mi è capitata i primi giorni di marzo del 2024 e, pur avendola minuziosamente descritta nel mio diario, è rimasta abbandonata per un incontro successivo che mi ha portato a vivere una meravigliosa convivenza di sei mesi con un tipo proprio niente male. Periodo nel quali ho completamente abbandonato il diario e anche la frequentazione di Annunci69. Purtroppo la convivenza è finita e, oltre a riallacciare i rapporti con i miei due “storici” amanti, ho nuovamente del tempo da dedicare alla scrittura di questi brevi racconti che mi appagano, dando soddisfazione alla mia natura di esibizionista e di… troietta.
Anche questa volta ho incontrato Gianluca grazie ai racconti che pubblico su Annunci69. Mi ha scritto e mi ha incuriosito per il modo sfacciato di presentarsi, per l’arroganza e non ultimo per le foto che mi ha successivamente mandato.
Che dire? Un quasi cinquantenne davvero porco, con tante voglie e decisamente sfrontato sia nelle proposte che nelle richieste. Insomma uno che o saggiamente lo eviti oppure lo vai a cercare per vedere se è davvero capace di fare quanto dice. Ho scelto la seconda strada.
Lo ho raggiunto dopo essermi perfettamente preparato e lo ho trovato esattamente come lo avevo visto nelle immagini e con quel modo arrogante che mi ha subito palesato esordendo con un: “ciao. Sapevo che saresti venuto. Da quello che ho letto nei tuoi racconti ero sicuro che non ti saresti fatto sfuggire un boccone come questo”. Proseguì con decise valutazioni personali del tipo: “però per gli anni che hai non sei male…” e terminando con delle immediate richieste: “dai, togli tutto e fammi vedere come sei messo. Ma dietro hai una galleria, vero? Non un culo...”
Ovviamente mi aveva anticipato che gli piaceva essere dominante: “mi va di comandare ma senza fare il padrone. Non so se hai capito. Io decido cosa mi piace e tu lo fai perché ti va bene, senza forzature. Magari qualche schiaffo se ti rifiuti o uno sculaccione. Ma niente di più. Ti va?”
Avevo capito perfettamente l’idea e mi piaceva così accettai immediatamente.
L’invito fatto appena entrato era quindi una perfetta conseguenza di come avevamo deciso di impostare il nostro rapporto e fu proprio la richiesta che avevo immaginato mi facesse.
Mi spogliai piuttosto in fretta, abituato a simili situazioni, rimanendo nudo davanti a lui che, forse per sottolineare la mia sottomissione, si accomodò sulla poltrona e, dopo avermi fatto avvicinare, iniziò con estrema calma a guardarmi commentando ad alta voce: “eh sì, sei proprio ben depilato. Usi la crema per essere così liscio? Beh! Il culetto è proprio sporgente e quel po’ di seno ti fa proprio puttana. Peccato per i capezzoli così piccoli” aggiunse dopo averli afferrati tra pollice ed indice stringendoli con forza.
“Ah!”
“Ti fa male se li strizzo?”
“No, no…”
“Ah! Proprio ubbidiente. Ma ce l’hai sempre così piccolo o ti tira anche? Mi piace se resta piccolo. Piccolo come le palle.” E così dicendo le strinse nel pugno.
“Ah!”
“Però! Le hai sensibili. Mi sa che ti devi abituare, mi piace stringerle, soprattutto se sono così piccine.”
Mi lamentai ancora invitandolo però a continuare a schiacciarle nel pugno.
“Eccitante. Sai che è eccitante sentirti miagolare così.”
“Ah!” fu l’urlo deciso che lanciai quando serrò ancora di più la presa.
“No, no. Non così forte. Non mi piace. Fai come prima. Non alzare la voce...” aggiunse lasciando la presa per assestarmi una pesante sberla sul pene che lo fece sbattere dappertutto.
“Non costringermi a punirti. Dai, fai il bravo. Siamo qui per giocare…” proseguì iniziando ad accarezzarmi le chiappe mentre mi invitava a girarmi per dargli le spalle.
“Vediamo cosa si nasconde qui dentro” disse allargandomi il culo.
“Sono proprio curioso di vedere quanto è sfondato. Da quello che ho letto lo devi avere aperto come un portone dopo un bombardamento. Ne hai presi così tanti…”
MI allargò i glutei e, quasi con tono scocciato: “...invece sei stretto. A vederlo così non sembra che qui dentro ci sia entrato un esercito...”
Chissà cosa pensava di trovare… Quasi per sincerarsi provò immediatamente ad infilarci dentro un dito ma, asciutto com’ero, incontrò una notevole difficoltà, tanto che dopo aver spinto un po’ ci riprovò ma solo dopo averlo bagnato con la saliva e, questa volta, sprofondò dentro con estrema facilità.
“Adesso sì che è come lo immaginavo. Lo hai chiuso solo per fare scena. Appena oltrepassi la soglia si apre una voragine…”
Mosse un po’ il dito in su e in giù e poi lo tolse soddisfatto: “sì, aperto proprio come piace a me.”
Continuò accarezzando le gambe e complimentandosi nuovamente per la perfetta depilazione poi fu colto come da un dubbio: “e le ascelle? Ti radi anche sotto le ascelle?”
Senza girarmi sollevai entrambe le braccia facendogli vedere che il mio corpo era davvero totalmente senza peli.
Apprezzò con delle frasi di circostanza e quindi mi toccò la faccia chiedendomi come facevo ad essere così liscio anche lì.
“Mi sono rasato con attenzione ripassando più volte e poi c’è un po’ di crema.”
“Niente ormoni?”
“No, no, solo un buon rasoio.”
“E le tettine? Ormoni?”
“No, naturali. Non so come ma mi sono cresciute. Forse gli anni che passano.”
“Non sono male. Una prima… Ci potresti mettere un reggiseno…”
Mi fece girare ancora, abbassare ed accovacciare a gambe larghe, come per potermi osservare dappertutto quindi mi chiese di andare a sdraiarmi sul tavolo della sala.
Mi stesi chiedendogli se mi voleva: “a pancia in su?”
“Sì.”
Prese uno sgabello dalla penisola e si sedette al mio fianco e iniziò a toccarmi partendo dalla testa. Cominciò con i capelli: “certo che se li avessi più lunghi saresti una perfetta puttanella…” per poi soffermarsi sulle orecchie e quindi passare al naso dove infilò dentro l’indice roteandolo.
“Bene. Anche qui non ci sono peli.”
Scese infine sulle labbra che accarezzò a lungo prima di iniziare ad oltrepassarle con le dita. Mi trovai così il medio che cominciò a percorrere i denti sia dalla parte esterna che da quella interna senza dimenticare di muoversi anche sul bordo della corona. Si spostò sull’interno delle guance ed infine sulla lingua, con la quale giocò a lungo, come se ci stessimo baciando ed io lo assecondai cercando di muoverla sul suo dito come se limonassi. Alla fine di quello strano gioco si spinse in profondità, fino sull’ugola stimolando alcune mie reazioni di rigurgito che mi fecero lacrimare gli occhi.
Fece tutto questo in silenzio senza mai smettere di fissarmi negli occhi e concluse l’esplorazione della cavità orale con un malizioso: “si capisce che anche qui ne hai presi di cazzi di tutte le misure. Credo che sarà piacevole far scorrere il mio sulla lingua per affondarlo fino in gola. Chissà quante volte ti hanno già sborrato dentro? Mille? E sicuramente ti piaceva, vero troietta? Si capisce che sei una troia. Mi sembra di capire che per te sia naturale lasciarti fare di tutto, vero?”
Gli feci un sorriso subito dopo aver passato il dorso del braccio sulla bocca per asciugare un po’ della saliva che era colata fuori per quella prolungata ispezione orale.
A quel punto appoggiò il palmo sulla gola: “niente pomo d’Adamo?” e lo fece scendere fino al capezzolo.
“Sì, troppo piccoli. Quasi non si riescono a prendere, esclamò pizzicandone uno con una forte stretta che mi fece avere un sussulto.”In compenso c’è la tetta che si palpa proprio bene… Sai che quei copri capezzoli che hai nella foto del profilo me lo fanno proprio tirare. Sei così troia in quella foto. Ma davvero ti hanno fatto fare la puttana?”
Sussurrai un malizioso si.
Continuò quel gioco spingendosi fino all’inguine ma senza mai andare oltre, accarezzando e pizzicando e, alla fine di quel lunghissimo percorso, arrivò finalmente al pube e dedicò le sue attenzioni al pene e alle palle.
Apprezzò molto quanto fossero perfettamente lisce e glabre e cominciò a stuzzicarmi il sesso tenendolo tra indice e pollice. Si diede un gran da fare nel far scorrere la pelle in su e in giù tendendo fino allo spasimo il frenulo e quando si ritenne soddisfatto, notando che mi si era inturgidito, decise di masturbarmi.
Iniziò sempre con due dita finché, raggiunte le massime dimensioni, lo afferrò saldamente nel pugno e inizio un delizioso movimento. Dopo un po’ cominciai a gemere per il piacere cercando di restare fermo anche se il mio corpo voleva scuotersi e tremare per quel delizioso servizietto. All’inizio rimase silenzioso fissando il cazzo, poi spostò lo sguardo sul mio viso iniziando ad interrogarmi su cosa provassi.
“Ti piace? Dove ti piace di più. Meglio così o così? Com’è se stringo qui? Senti quanto ce l’hai duro? Più di così non ti cresce? Quanto ci metti a venire? Se vado avanti sborri?”
Risposi a tutte le domande.
“Quando sei quasi pronto avvisami che mi fermo. Non voglio farti venire ancora. Capito?”
Accettai quel gioco e diverse volte lo fermai poco prima dell’esplosione di piacere. Continuò davvero tanto e, alla fine, ero davvero impaziente di arrivare. Sentivo il colpo pronto e quell’irresistibile voglia di raggiungere il culmine del piacere anche se pure così era davvero bellissimo. Però quel protrarre il piacere nell’attesa dell’esplosione era davvero terribile. Volevo venire ma, al tempo stesso, sapevo che non dovevo farlo...
Gianluca nel frattempo non aveva smesso per un solo istante di guardarmi in faccia anche se io, di tanto in tanto chiudevo gli occhi per assaporarmi quanto mi stava facendo e, puntualmente, appena li riaprivo incrociavo il suo sguardo.
“Hai scritto in un racconto che uno ti faceva masturbare prima di scoparti così ti restava piccolo. É ancora così?”
“Sì. E se mi fai sborrare mi sa che non mi tirerà a lungo.”
Sorrise soddisfatto informandomi che adesso mi avrebbe fatto arrivare. Girò nuovamente lo sguardo sul pene e continuò a far andare la mano finché abbondanti e lunghissimi schizzi si sparsero un po’ dappertutto.
Continuò ancora anche se, in preda a spasmi che mi fecero tremare tutto il corpo, lo implorai di smettere. Non lo fece ma si fermò dopo alcuni lunghissimi minuti quando ormai ero impotente nel controllare i fremiti che mi scuotevano e una sensazione insopportabile di godimento misto a fastidio si era impossessata di me.
Quando tolse la mano feci dei profondi respiri e, piano piano, ripresi il controllo.
Lui, nel frattempo, si impossessò dei testicoli che, improvvisamente, strinse come in una morsa facendomi contrarre e, come per magia, tutto quello che stavo provando sparì e fu soppiantato da un’altra sensazione opposta che mi sembro incredibilmente meravigliosa.
Continuò a serrare ed allentare la presa facendomi alternare momenti in cui respiravo ad altri in cui cercavo di soffocare sul nascere il grido di dolore perle fitte che mi procurava. Contemporaneamente sentivo tutti i muscoli rilassarsi per poi tendersi ed irrigidirsi come per evitare il dolore...
In ogni caso provai una nuova sensazione di profondo piacere che sostituì quella generata dall’orgasmo precedente ed accettai con piacere quel gioco lasciandolo fare e abbandonandomi completamente al suo modo di fare.
Per tutto il tempo continuò a fissarmi e i nostri occhi rimasero gli uni dentro a quelli dell’altro a lungo.
Finì anche quel piacevole “supplizio” e scese con le mani sulle gambe, accarezzandole e dandomi piacere anche lì.
Mentre continuò a sfiorarmi riprese a farmi tante domande: “ogni quanto ti depili le gambe? Fai le cerette? Fai da solo o vai in un centro estetico? Che crema usi per averle così lisce? Da quanti anni ti depili? Quando hai iniziato a farlo? Ti piace avere il corpo depilato? Ti senti donna?” alle quali risposi, ad una ad una, in piena sincerità.
Quando si allontanò dal tavolo mi sembrò di vederlo stanco ma soddisfatto e mi resi conto che mi mancava l’assoluta assenza del suo cazzo che nemmeno avevo potuto vedere in quanto Gianluca era rimasto per tutto il tempo vestito.
Incredibilmente, proprio mentre pensai questo mi chiese di mettermi a novanta appoggiato al tavolo: “mi hai fatto venir voglia di scoparti. Hai voglia di prenderlo? È già pronto…”
Non persi un istante, misi i piedi per terra e appoggiai il petto sul tavolo e mi sistemai a gambe larghe. Mentre lui si abbassò i pantaloni riuscii a vedere di sfuggita il bel cazzo che avevo apprezzato nelle foto che mi aveva mandato. Sì, era davvero bello ma la visione durò solo qualche istante. Mi sputò sul culo e, poco dopo mi scivolò dentro “al naturale”, come avevamo già concordato con le email, con una facilità disarmante. Lo percepii completamente piantato fino in fondo e iniziò subito una poderosa cavalcata che mi costrinse ad ancorarmi con le mani al tavolo. Si dimostrò davvero esplosivo e mi portò nuovamente molto vicino ad un elevato grado di piacere anche se non ad un vero e proprio orgasmo. Forse fu un po’ troppo veloce ma, dopo tutto quello che mi aveva fatto, era più che giustificato che se la prendesse con un po’ di fretta.
Mi riempì il culo e, una volta uscito, rimase dietro per vedere quanta crema uscisse.
“Vediamo quanta ne butti fuori. Di solito ne faccio tanta. Eccola! La senti colare sui coglioni?”
Aiutai la fuoriuscita spingendo fuori quanta più sborra mi fu possibile e lui mi aiutò infilandoci dentro per diverse volte un dito. Commentò la colata e mi disse che ero stato bravo e che come prima volta poteva bastare.
Mi mostrò dove era il bagno e quando ritornai da lui mi propose di tornare ed accettai ben volentieri.
Purtroppo pochi giorni dopo questa simpatica avventura mi buttai a testa bassa in una convivenza che durò sei mesi che mi assorbì completamente e quindi, pur senza dirgli il motivo, declinai i suoi diversi inviti finché non mi cercò più. Un vero peccato...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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